Ogni giorno scegliamo decine di volte.
Le nostre scelte possono essere piccole e grandi, istintive o meditate a lungo, giuste o sbagliate.
Ma restano comunque nostre, sempre.
Quasi, sempre.
Si perché quando scegliamo di andare a mangiare in un posto piuttosto che in un altro non siamo veramente noi-non più almeno- a scegliere.
Lasciamo che a decidere per noi sia una stella, il voto di un motore di ricerca, una forchetta disegnata sopra una guida, l’unica recensione del critico di professione o le migliaia di recensioni di perfetti sconosciuti.
E cosa fanno: professionisti e gente comune? Giudicano un piatto finito.
E se sono intellettualmente onesti lo fanno solo sulla base del proprio gusto, delle proprie esperienze, delle proprie conoscenze. Se non sono onesti invece…….
Ho lavorato per tutta la vita al fianco dell’Autorità Giudiziaria nel campo del contrasto ala sofisticazione alimentare. Sono stato un repressore e conosco centinaia di modi diversi per alterare sapore, colore e odore del cibo. Troppe volte ho visto spazzatura diventare delizia per il palato di ignari “intenditori e troppe volte ho visto ristoratori, produttori, operatori onesti, capaci e coscienziosi non ottenere i giusti riconoscimenti della comunità.
Da oggi il repressore torna nelle cucine.
Con uno spirito nuovo, con la voglia di premiare il buono prima che possa essere costruito artificialmente, prima che possa ingannare.
Valuterò prodotti e fornitori scelti da ogni struttura, i processi di selezione, trasformazione e conservazione delle materie prime.
E se è consigliato dal repressore, puoi sederti a tavola.
Buon appetito.